Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16101 del 27 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:16101PEN

Massima

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Il maltrattamento in famiglia, anche in concorso, costituisce reato grave e abituale, caratterizzato da violenze fisiche e morali reiterate nel tempo, che ledono in modo significativo la dignità e l'integrità psicofisica delle vittime, in particolare se minori. La responsabilità penale dell'autore non viene meno per il solo fatto che in talune circostanze abbia cercato di dissuadere il proprio congiunto dal compiere ulteriori atti di violenza, atteso che la sua condotta abituale di maltrattamento risulta comunque accertata sulla base di plurimi e convergenti riscontri testimoniali, i quali ne confermano l'intrinseca attendibilità e coerenza, anche in presenza di eventuali contraddizioni o incoerenze di dettaglio nel racconto delle persone offese. I periodi di sospensione della prescrizione del reato, derivanti da legittimi impedimenti del difensore o da astensioni proclamate dalle Camere penali, non sono limitati a 60 giorni, ma si estendono per l'intera durata del rinvio del processo, salvo che non dipendano da un impedimento della parte o del suo difensore. Pertanto, il calcolo dei termini di prescrizione operato dal giudice di merito, che ha ritenuto il reato non prescritto, risulta immune da vizi logici o giuridici. In relazione alla gravità della condotta e all'intensità del dolo, il giudice può legittimamente escludere l'applicazione delle circostanze attenuanti generiche e determinare la pena in misura superiore al minimo edittale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/5/2019 della Corte di appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in camera di consiglio la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre per mezzo del suo difensore di fiducia avverso la sentenza i…

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