Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24131 del 16 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24131PEN

Massima

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Il danneggiamento di una cosa altrui esposta alla pubblica fede, anche se si trovi in un luogo privato a cui si possa liberamente accedere per mancanza di recinzioni o sorveglianza, integra il reato di danneggiamento aggravato ai sensi dell'art. 635, comma 2, n. 1, c.p. La ratio dell'aggravante di cui all'art. 625, n. 7, c.p. non è correlata alla natura - pubblica o privata - del luogo ove si trova la cosa, ma alla sua condizione di esposizione alla pubblica fede, che ricorre quando la cosa trovi protezione solo grazie al senso di rispetto per l'altrui bene da parte di ciascun consociato. Pertanto, il giudice deve accertare se la cosa danneggiata fosse effettivamente esposta alla pubblica fede, a prescindere dalla natura pubblica o privata del luogo in cui si trovava, e procedere al giudizio di merito qualora ritenga integrata tale fattispecie aggravata di danneggiamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Perugia;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 238/2016 del 20.7.2016 del Tribunale di Spoleto;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Alberto Pazzi;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha concluso chiedendo l'accoglimento co…

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