Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47306 del 30 dicembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:47306PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione aggravata in concorso si configura quando l'agente, consapevole dell'ingiustizia della propria pretesa, persegue il conseguimento di un profitto mediante minaccia, anche se la somma richiesta non corrisponde esattamente all'oggetto del credito vantato. L'errore di fatto, che potrebbe integrare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è escluso ove risulti provata la consapevolezza dell'agente circa la natura estorsiva della condotta, senza alcun equivoco percettivo. Ai fini della configurabilità del concorso nel reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è necessario che il contributo del terzo si limiti all'offerta di supporto alla pretesa del creditore, senza perseguire ulteriori finalità. Il trattamento sanzionatorio deve essere commisurato alla gravità della condotta, tenendo conto delle circostanze aggravanti e attenuanti, senza che l'esclusione di una attenuante, come quella della minima partecipazione, risulti irragionevole o sproporzionata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 03/04/2020 dalla Corte di Appello di Torino;
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso, trattato con contraddittorio orale; udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
sentito il difensore, avv. (OMISSIS) del foro di Torino, che ha concluso r…

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