Il principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, sancito dall'art. 97 Cost., comma 2, impone ai pubblici funzionari il dovere di agire con obiettività e neutralità, perseguendo esclusivamente l'interesse pubblico. Tale dovere ha portata precettiva immediata e la sua violazione, qualora si traduca in un abuso o sviamento di potere per il perseguimento di interessi privati o comunque estranei alla funzione istituzionale, può integrare il delitto di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 c.p. Pertanto, l'allontanamento di un pubblico dipendente dalle sue funzioni, se determinato da motivi ritorsivi o comunque estranei all'interesse pubblico, può configurare tale reato, a prescindere dalla discrezionalità del potere esercitato, laddove risulti provato il perseguimento di finalità distinte da quelle istituzionali. Analogamente, l'affidamento di un nuovo incarico dirigenziale senza il rispetto delle procedure concorsuali previste dall'art. 97 Cost., comma 4, e dall'art. 35 d.lgs. n. 165/2001, può integrare l'abuso d'ufficio qualora tale condotta sia strumentale all'illegittima rimozione di un pubblico dipendente, in violazione dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.