Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21025 del 27 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:21025PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede che l'associazione sia in grado di sprigionare, per il solo fatto della sua esistenza, una capacità di intimidazione non soltanto potenziale, ma attuale, effettiva ed obiettivamente riscontrabile, capace di piegare ai propri fini la volontà di quanti vengano a contatto con i suoi componenti. Tale capacità di intimidazione può promanare dalla diffusa consapevolezza del collegamento con l'associazione principale, oppure dall'esteriorizzazione in loco di condotte integranti gli elementi previsti dall'art. 416-bis, comma 3, c.p. Pertanto, ai fini della configurabilità della natura mafiosa di una articolazione territoriale di un'associazione di tipo mafioso, è necessario che essa sia in grado di esplicare una forza intimidatrice propria, autonoma e distinta da quella dell'associazione madre, non essendo sufficiente la mera capacità potenziale di esercitare tale forza. Inoltre, il giudice è tenuto a esaminare compiutamente ogni eccezione difensiva ritualmente sollevata, motivando adeguatamente in ordine alla competenza territoriale e alla corretta qualificazione giuridica della condotta, con particolare riferimento alla possibile configurazione del concorso esterno in luogo della partecipazione all'associazione mafiosa, attesa la diversa disciplina in tema di misure cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. AMOROSO Riccar - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/12/2020 del Tribunale di Trento, sezione per il riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Riccardo Amoroso;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Molino Pietro, che ha concluso per l'annullamento con rinvio;
udito l'avv. (OMISSIS), difensore di (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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