Il porto ingiustificato di un'arma bianca, quale coltello, può essere accertato sulla base di un complesso di elementi indiziari, anche di natura testimoniale, che dimostrino la disponibilità e l'utilizzo dell'arma da parte dell'imputato, a prescindere dalla titolarità originaria del suo possesso. Tuttavia, il riconoscimento della circostanza aggravante di aver agito per futili motivi richiede una valutazione più approfondita della natura e della valenza della ragione che ha indotto l'azione delittuosa, senza poter fare ricorso a parametri di normalità o di comune esperienza, ma considerando le specifiche connotazioni personali, culturali e ambientali dell'agente. In particolare, quando l'azione omicidiaria sia seguita non a un mero diverbio verbale, ma ad un confronto fisico violento provocato dalla vittima, la reazione dell'imputato, pur non giustificabile sul piano giuridico, non può essere automaticamente qualificata come motivata da ragioni futili, dovendosi valutare se lo stimolo all'azione, pur non proporzionato, sia comunque apprezzabile in relazione alle circostanze concrete.