Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 3612 del 28 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3612PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare prevista dall'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto non solo dai precedenti penali dell'indagato, ma anche dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, che possono essere valutate sia sotto il profilo della gravità del reato, sia sotto quello della capacità a delinquere dell'agente. L'incensuratezza dell'indagato non esclude automaticamente tale pericolo, potendo la pericolosità sociale essere desunta anche dai comportamenti e dagli atti concreti posti in essere dallo stesso. Il giudice, nel valutare l'adeguatezza e la proporzionalità della misura cautelare, deve considerare tutti gli elementi rilevanti, senza che il solo decorso del tempo dalla commissione del reato possa di per sé escludere il rischio di recidiva, se non accompagnato da altri fattori sintomatici di un mutamento della complessiva situazione inerente lo status libertatis dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RIZZO Aldo Sebastiano - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. IZZO Fausto - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) OS. AR. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 495/2009 TRIB. LIBERTA' di TRIESTE, del 29/10/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CLAUDIO D'ISA;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. MONETTI Vito, chiede rigettarsi il ricorso.

FATTO E DIRITTO

OS. AR. ricorre in Cassazione avverso l'ordinanza, in data 29.10.2009, del Tribunale del Riesame di Trieste con …

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