Il legale rappresentante di un'azienda che commercializza prodotti alimentari confezionati da terzi, pur non avendo direttamente eseguito la lavorazione, risponde penalmente per la distribuzione di alimenti non conformi ai requisiti di legge, in quanto destinatario del precetto penale che impone l'adozione di ogni cautela al fine di evitare l'immissione in commercio di prodotti non regolamentari. Il committente del confezionamento non può invocare l'estraneità al processo produttivo, poiché svolge un'attività che di solito viene svolta nello stabilimento di produzione e secondo le direttive e le indicazioni del produttore, rimanendo pertanto il destinatario delle disposizioni legislative che disciplinano la vendita di sostanze alimentari. La responsabilità penale del legale rappresentante sussiste a titolo di colpa, qualora non abbia adottato le cautele necessarie ad impedire la commercializzazione di prodotti contenenti sostanze tossiche in quantità superiori ai limiti consentiti, non abbia fatto eseguire controlli a campione sullo stato del prodotto e non abbia agito sulla base di un ragionevole affidamento nella liceità della condotta altrui.