Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26291 del 6 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26291PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., non si esaurisce in una mera adesione psicologica o ideologica al programma criminale, ma richiede la dimostrazione dell'effettivo inserimento dell'indagato nella struttura organizzata del sodalizio, attraverso condotte univocamente sintomatiche dell'assunzione di un ruolo concreto nell'organigramma criminale. Pertanto, la valutazione della gravità degli indizi di colpevolezza a carico dell'indagato deve fondarsi su elementi probatori che comprovino il suo attuale contributo alla vita dell'associazione mafiosa, desumibili non solo da precedenti condanne per il delitto associativo, ma anche da intercettazioni ambientali e conversazioni che rivelino il suo concreto coinvolgimento nelle attività e dinamiche interne del gruppo criminale, quali la rivendicazione di un ruolo di rilievo, l'esercizio di funzioni di mediazione e pacificazione tra membri della cosca, la trasmissione di informazioni rilevanti sulle vicende della consorteria e sui rapporti con esponenti del mondo imprenditoriale e istituzionale. Tali elementi, valutati nel loro complesso e in un'ottica di continuità storica del sodalizio mafioso, possono integrare gravi indizi di colpevolezza idonei a giustificare la misura cautelare della custodia in carcere, senza che assuma rilievo la mera genericità o lontananza temporale di alcuni fatti, purché rivelatori di un perdurante inserimento dell'indagato nell'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BU. Na. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 15/07/2010 del Tribunale del riesame di Reggio Calabria;

visti gli atti, l'ordinanza e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Antonella Patrizia Mazzei;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. MONTAGNA Alfredo, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

uditi i difensori del ricorrente, avvocati Arico'…

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