Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 23154 del 23 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23154PEN

Massima

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Il patteggiamento della pena, ai sensi dell'art. 448 c.p.p., comma 2-bis, come modificato dalla L. 23 giugno 2017, n. 103, preclude il ricorso per cassazione volto a dedurre l'omessa valutazione da parte del giudice delle condizioni per pronunciare sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. Inoltre, in tema di patteggiamento, l'erronea qualificazione giuridica del fatto può costituire motivo di ricorso per cassazione solo quando tale qualificazione risulti, con indiscussa immediatezza, palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione o sia frutto di un errore manifesto. In assenza di tali presupposti, il ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento è inammissibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/02/2018 del GIP TRIBUNALE di TORINO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa SCALIA LAURA.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il difensore di fiducia dell'imputato, (OMISSIS), ricorre in cassazione per l'annullamento della sentenza del Tribunale di Torino che ha al primo applicato su concorde richiesta delle parti, ai sensi dell'articolo 444 c.p.p., la pena di un anno di reclusione per il reato di cu…

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