Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, realizzato senza opere edilizie, non è soggetto al rilascio di un titolo abilitativo in sanatoria ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47/1985, ma comporta comunque l'obbligo di corrispondere la differenza tra gli oneri di urbanizzazione dovuti per la destinazione originaria e quelli, se più elevati, dovuti per la nuova destinazione, secondo il criterio differenziale previsto dall'art. 5, comma 2, della legge regionale n. 60/1977. Tale mutamento di destinazione d'uso non determina, invece, l'obbligo di corrispondere il contributo sul costo di costruzione, in quanto tale contributo è riconducibile all'attività edificatoria e non alla sola variazione funzionale dell'immobile. Pertanto, l'amministrazione comunale è tenuta a ricalcolare gli oneri dovuti dalla società ricorrente secondo i criteri indicati, con obbligo di restituzione delle somme eventualmente pagate in eccesso. La domanda risarcitoria è invece respinta per mancanza di prova del quantum debeatur.