Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25610 del 27 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25610PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni non integra reato penale quando l'attestazione inesatta è stata effettuata sulla base di informazioni fornite da altri soggetti, in assenza di dolo e con la convinzione della veridicità di quanto riportato. Parimenti, il reato di truffa aggravata non sussiste quando le fatture pagate dalla pubblica amministrazione, pur riferite ad attività diverse da quelle previste dalla convenzione, sono state ritenute legittimamente emesse e corrispondenti a prestazioni effettivamente rese, in assenza di dolo da parte dell'imputato. Inoltre, l'errata imputazione di voci di bilancio nel conto consuntivo di un ente locale non integra il reato di falso ideologico quando le somme riportate corrispondono a quelle effettive e i criteri di contabilizzazione, pur non del tutto corretti, non risultano tali da alterare in modo rilevante la rappresentazione della situazione finanziaria dell'ente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI PERUGIA;

nei confronti di:

1) VE. GI. , N. IL (OMESSO);

2) CA. LU. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 5715/2007 GIP TRIBUNALE di PERUGIA, del 21/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Salzano Francesco, che ha chiesto l'annullamento con rinvio …

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