Cassazione penale Sez. III sentenza n. 17428 del 28 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:17428PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius impone al giudice di appello di non aggravare la posizione dell'imputato rispetto alla sentenza di primo grado, salvo che ciò sia espressamente consentito dalla legge. Pertanto, il giudice di appello non può determinare una pena più grave di quella inflitta in primo grado, dovendo invece ridurre la pena in misura fissa, secondo i parametri stabiliti dalla legge, qualora l'imputato abbia scelto il rito abbreviato. La violazione di tale divieto determina la nullità della sentenza di appello, che può essere rettificata direttamente dalla Corte di Cassazione, senza necessità di rinvio, applicando la diminuente di rito nella misura fissa prevista dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di NAPOLI in data 6 febbraio 2015;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FIMIANI P., che ha chiesto annullarsi l'impugnata sentenza con rinvio limitatamente al trattamento sanzionatorio.
RITENUTO IN FAT…

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