Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16852 del 17 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:16852PEN

Massima

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Il reato di peculato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio si appropria, in violazione dei doveri inerenti alle funzioni o al servizio, di denaro o altra cosa mobile di cui abbia il possesso o la disponibilità per ragioni di ufficio, anche se l'appropriazione non determini un danno patrimoniale apprezzabile per l'amministrazione, essendo sufficiente la lesione dell'interesse al corretto e imparziale esercizio della funzione pubblica. L'uso di beni strumentali dell'amministrazione per finalità personali e private, non riconducibili all'espletamento dei compiti istituzionali, integra gli estremi del peculato, a prescindere dall'esistenza di una specifica regolamentazione interna sull'utilizzo di tali beni, in quanto il pubblico ufficiale è tenuto a impiegare le risorse pubbliche esclusivamente per il perseguimento degli interessi della collettività. Il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio si perfeziona con la sola accettazione della promessa o ricezione dell'utilità da parte del pubblico ufficiale, a prescindere dall'effettivo compimento dell'atto illecito, essendo sufficiente la disponibilità del pubblico agente a compiere in futuro atti contrari ai doveri del proprio ufficio. La prova dell'accordo corruttivo può essere fornita anche in via indiziaria, attraverso elementi gravi, precisi e concordanti, come la prossimità temporale tra le dazioni di denaro e il superamento di esami universitari da parte del privato corrotto, ovvero l'attivazione concreta del pubblico ufficiale per agevolare il privato. Il dies a quo per il computo della prescrizione del reato di corruzione coincide con l'ultima dazione di denaro o altra utilità, in quanto il reato si consuma nel momento in cui il pubblico ufficiale riceve l'utilità, indipendentemente dall'uso che ne faccia successivamente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/04/2018 della Corte di appello dell'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udita la parte civile, avv. (OMISSIS), che ha conclus…

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