Il falso ideologico commesso da un soggetto che attesta falsamente in un atto pubblico la cessione di un bene di proprietà di un ente pubblico a favore di un altro ente pubblico, pur in assenza di una reale donazione o trasferimento, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. anche qualora il soggetto agente ritenga erroneamente di aver ricevuto il bene in donazione da un ente pubblico e di poterlo quindi cedere al Governo. Il giudice di merito può legittimamente rigettare la richiesta di rinnovazione dell'istruttoria finalizzata all'espletamento di una perizia grafica sulla sottoscrizione apposta in un documento, in quanto tale prova non può considerarsi decisiva ai fini della decisione, non essendo in discussione l'autenticità della firma, ma piuttosto la non veridicità del contenuto della dichiarazione. Inoltre, la mancata rinnovazione dell'istruttoria in appello può integrare il vizio di cui all'art. 606, comma 1, lett. d) c.p.p. solo nel caso di prove sopravvenute o scoperte dopo la sentenza di primo grado, non essendo sufficiente la mera produzione di un documento originale già esistente.