Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36703 del 13 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36703PEN

Massima

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Il giudice non può applicare l'istituto della continuazione per aumentare la pena quando la sentenza precedente, sulla quale si fonda tale applicazione, non sia ancora passata in giudicato, in quanto essa è ancora sub iudice e quindi suscettibile di non essere confermata, con la conseguente possibilità che vengano meno i presupposti stessi dell'istituto della continuazione. Inoltre, il giudice, prima di applicare la continuazione, deve preliminarmente verificare l'identità della persona condannata nel presente procedimento con quella condannata nella precedente sentenza, in mancanza di coincidenza dei dati anagrafici tra le due pronunce. L'applicazione dell'istituto della continuazione, in assenza dei presupposti di cui sopra, determina l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, con conseguente trasmissione degli atti al giudice di primo grado per il nuovo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Milano:

nel procedimento nei confronti di:

Si. Ke. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Milano del 25 giugno 2008;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giorgio Colla;

letta la requisitoria scritta del Procuratore generale, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

FATTO …

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