Il diniego di autorizzazione per l'adeguamento di un impianto di telefonia mobile già esistente, fondato sulla limitazione della potenza totale dei connettori di antenna a 300 W prevista dal regolamento comunale, è illegittimo qualora l'impianto sia stato successivamente autorizzato con la limitazione della potenza entro 285 W, in conformità alle prescrizioni normative e giurisprudenziali vigenti. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'amministrazione comunale non può opporre limiti di potenza più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla legge e dalla giurisprudenza, quando l'impianto è stato successivamente autorizzato nel rispetto di tali limiti. La massima giuridica che esprime tale principio è la seguente: L'amministrazione comunale non può opporre limiti di potenza per gli impianti di telefonia mobile più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla legge e dalla giurisprudenza, quando l'impianto è stato successivamente autorizzato nel rispetto di tali limiti normativi e giurisprudenziali. Il diniego di autorizzazione fondato su limiti di potenza più stringenti è pertanto illegittimo, in quanto viola il principio di proporzionalità e il bilanciamento tra l'interesse pubblico alla tutela della salute e l'esigenza di garantire la copertura del servizio di telecomunicazioni. L'amministrazione comunale è tenuta a rilasciare l'autorizzazione per l'adeguamento dell'impianto, nel rispetto dei limiti di potenza previsti dalla normativa e dalla giurisprudenza vigenti, senza poter imporre ulteriori restrizioni non giustificate da esigenze di tutela della salute pubblica. Tale principio si applica in tutti i casi analoghi di richiesta di autorizzazione per l'adeguamento di impianti di telefonia mobile già esistenti, al fine di assicurare il corretto bilanciamento tra gli interessi pubblici e privati coinvolti.