Il nesso teleologico tra i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali lievi commessi in esecuzione della condotta maltrattante non comporta automaticamente l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p., essendo necessario accertare in concreto che le azioni costitutive dei due reati siano distinte e che l'agente abbia agito con la volontà di commettere il reato-mezzo in vista della realizzazione del reato-scopo. Inoltre, il riconoscimento dell'aggravante dei futili motivi presuppone l'identificazione in concreto della natura e della portata della ragione giustificatrice della condotta delittuosa, quale indice di un elevato grado di pericolosità dell'agente, non potendosi desumere automaticamente dalla mera gravità delle lesioni riportate dalla vittima. Tuttavia, la procedibilità d'ufficio per il delitto di violenza sessuale è comunque configurabile quando esso risulti connesso in senso materiale al reato di maltrattamenti, in quanto l'accertamento del primo comporti necessariamente quello del secondo, in applicazione dell'art. 609-septies, comma 4, n. 4 c.p.