Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29036 del 2 agosto 2002

ECLI:IT:CASS:2002:29036PEN

Massima

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Il giudice del riesame, nel confermare un provvedimento cautelare, è tenuto a valutare specificamente e motivatamente gli elementi a discarico dedotti dalla difesa, senza potersi limitare ad un mero rinvio alla motivazione del precedente provvedimento. Ciò al fine di assicurare il rispetto del diritto di difesa e il controllo sull'adeguatezza e sulla logicità della motivazione, in ossequio ai principi di terzietà e imparzialità del giudice. Pertanto, la mancata valutazione di tali elementi a favore dell'indagato, debitamente allegati, determina un vizio di motivazione del provvedimento, che deve essere annullato e rinviato per un nuovo esame, nel corso del quale il giudice dovrà procedere ad una disamina specifica e puntuale delle deduzioni difensive, anche se in forma sintetica, al fine di verificarne la compatibilità con gli elementi a carico e di rendere così adeguatamente conto delle ragioni poste a fondamento della decisione.

Sentenza completa

Il tribunale di Bari con ordinanza 30.11.2001 confermava il provvedimento del G.I.P. della stessa città in data 25.10.2001 col quale era stata applicata a G. L. -indagato per i reati di cui agli artt. 416 bis c.p., 74 d.P.R. n. 309/90 nonché per la commissione di altre ipotesi delittuose (spaccio di stupefacenti, furto ed estorsione) realizzate allo scopo di agevolare il sodalizio criminoso ipotizzato- la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere.
Il tribunale premetteva che una lunga attività investigativa aveva consentito di accertare l'esistenza in San Severo di un'associazione per delinquere di stampo mafioso capeggiata da P. S. e di un parallelo sodalizio, sottordinato al primo, diretto da D. A. D., dedito al traffico di sostanze stupefacenti.
Con riguardo al quadro indiziario a carico dell'indagato, il collegio -sul rilievo che i provvedimenti del G.I.P. e del tribunale del riesame possono integrarsi tra loro, dando luogo ad un atto formalment…

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