Cassazione penale Sez. I sentenza n. 28867 del 15 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:28867PEN

Massima

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La pericolosità sociale del condannato, ai fini dell'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata, deve essere valutata dal giudice di sorveglianza tenendo conto non solo della gravità dei reati commessi, ma anche della condotta successivamente tenuta dal medesimo, con riferimento a eventuali nuovi procedimenti penali a suo carico e alle sue condizioni di vita, ivi compresa l'assenza di attività lavorativa. Tali elementi, pur in presenza di segni di reinserimento sociale, possono giustificare il mantenimento della misura di sicurezza, seppur con una riduzione della durata, al fine di consentire un ulteriore periodo di osservazione dell'evoluzione della personalità del condannato. Il giudizio di attualità della pericolosità sociale non può essere censurato in sede di legittimità, se adeguatamente e logicamente motivato, anche laddove alcuni dei procedimenti penali pendenti si siano conclusi con esiti favorevoli per l'interessato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di SC. Do. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza pronunciata in data 19 febbraio 2009 dal Tribunale di sorveglianza di Catanzaro;

udita la relazione del Consigliere Dott. Renato BRICCHETTI;

lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del S. Procuratore Generale Dott. LO VOI Francesco, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. Con l&#…

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