Il giudice, nell'ordinare l'integrazione del contraddittorio ai sensi dell'art. 102 c.p.c. in un procedimento di opposizione a decreto di liquidazione di compenso peritale, deve fissare un termine perentorio entro il quale la notificazione dell'atto integrativo deve avvenire, nel rispetto dei termini minimi di comparizione previsti dall'art. 163-bis c.p.c. e dell'art. 307, comma 3, c.p.c., al fine di garantire il diritto di difesa delle parti e la ragionevole durata del processo. In mancanza di tale indicazione, non può essere dichiarata l'improponibilità o l'estinzione del procedimento, dovendo il giudice assegnare un termine congruo per l'integrazione del contraddittorio, tenendo conto sia delle esigenze di sollecitazione dell'adempimento, sia delle garanzie difensive del destinatario della notificazione. Il mancato rispetto del termine perentorio fissato dal giudice per l'integrazione del contraddittorio comporta l'estinzione del procedimento, non l'improponibilità del ricorso, in applicazione dell'art. 307 c.p.c.