Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28526 del 22 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:28526PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la condotta minacciosa o violenta dell'agente è preordinata a procurargli un ingiusto profitto, anche non patrimoniale, con altrui danno di natura patrimoniale, consistente in una effettiva diminuzione del patrimonio della persona offesa. Ciò si verifica anche quando l'agente, convinto dell'esistenza di un credito derivante dalla cessione di sostanze stupefacenti, pretenda con minacce il pagamento di tale credito, in quanto trattasi di una pretesa non tutelata dall'ordinamento giuridico. In tal caso, non rileva la convinzione soggettiva dell'agente circa la legittimità della sua pretesa, essendo sufficiente l'effettiva diminuzione patrimoniale della vittima per la configurabilità del delitto di estorsione, e non del meno grave reato di violenza privata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefan - rel. Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/03/2019 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FILIPPINI STEFANO;
lette le conclusioni in atti.
RILEVATO IN FATTO
1. La CORTE di APPELLO di TORINO, con sentenza in data 27/3/2019, confermava la condanna alla pena ritenuta di giustizia pronunciata dal GIUDICE dell'UDIENZA PRELIMINARE di ASTI, in data 30/1/2018, nei confronti di (OMI…

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