La Corte di Cassazione, in tema di reati fallimentari, afferma il principio di diritto secondo cui la circostanza aggravante prevista dall'art. 219, comma 2, n. 1, della Legge Fallimentare opera sia nel caso di reiterazione, nell'ambito dello stesso fallimento, di fatti riconducibili alla medesima ipotesi di bancarotta, sia nel caso di commissione di più fatti tra quelli previsti indifferentemente dagli artt. 216 e 217 della stessa legge, senza che rilevi la distinzione tra bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta. Ciò in quanto l'interpretazione costituzionalmente orientata della norma impone di evitare disparità di trattamento sanzionatorio tra chi abbia commesso più fatti di bancarotta fraudolenta e chi abbia commesso un fatto di bancarotta fraudolenta e uno di bancarotta semplice. Pertanto, la pluralità di condotte tipiche di bancarotta realizzate nell'ambito del medesimo fallimento mantiene la propria autonomia ontologica, dando luogo a un concorso di reati unificato, ai soli fini sanzionatori, nel cumulo giuridico previsto dalla citata disposizione, purché tali condotte siano contestuali o strettamente contigue nel tempo.