Il provvedimento amministrativo di rigetto di un'istanza di intervento di "restauro e risanamento conservativo" su un immobile situato nella fascia di inedificabilità dei 150 metri dalla linea di battigia è legittimo, in quanto la normativa regionale vigente riconduce l'intervento di "demolizione e ricostruzione con la medesima volumetria" nell'ambito della nozione di "intervento di ristrutturazione edilizia", non consentito in tale fascia di tutela paesaggistica, in assenza di un coordinato intervento di copianificazione tra Stato e Regione. L'interpretazione costituzionalmente orientata della normativa regionale impone di ritenere che la deroga agli interventi di ristrutturazione edilizia, prevista dalla legge regionale per gli interventi di restauro conservativo, sia applicabile esclusivamente al di fuori della predetta fascia di inedificabilità, in considerazione della necessità di salvaguardare gli interessi paesaggistici in tale ambito. Pertanto, il provvedimento di rigetto dell'istanza, motivato sulla base della non consentibilità dell'intervento proposto ai sensi del regolamento edilizio comunale, risulta legittimo, non sussistendo in capo all'amministrazione margini di discrezionalità che avrebbero imposto l'applicazione dell'obbligo di preavviso di rigetto di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990.