Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39231 del 24 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:39231PEN

Massima

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Il diniego delle misure alternative alla detenzione, quali l'affidamento in prova al servizio sociale o la detenzione domiciliare, può essere legittimamente disposto dal giudice di sorveglianza sulla base di una valutazione prognostica negativa circa la pericolosità sociale del condannato, desunta da elementi oggettivi quali precedenti penali, pendenze giudiziarie, sottoposizione a misure di prevenzione e violazione delle relative prescrizioni. Tale valutazione, se congruamente motivata e immune da vizi logici, non può essere censurata in sede di legittimità attraverso doglianze generiche, in assenza di una dimostrazione dell'avvenuta deduzione, nel giudizio di merito, di specifici elementi di fatto, come certificazioni mediche e provvedimenti giudiziari, idonei a comprovare l'incompatibilità del regime detentivo con le condizioni di salute del condannato e la sussistenza dei rigorosi requisiti previsti dalla legge per l'applicazione di misure alternative per ragioni di salute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 537/2013 TRIBUNALE SORVEGLIANZA di ROMA del 09/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. TARDIO Angela;

lette le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Dott. LETTIERI Nicola, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 9 maggio 2013 il Tribunale di sorveglianza di Roma ha rigettato l'istanza proposta da (OMISSI…

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