Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20310 del 28 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:20310PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di un danno ingiusto, coarta la volontà della vittima a consegnare una somma di denaro o altra utilità, anche se la minaccia non riguarda direttamente l'incolumità fisica della persona. Ai fini della sussistenza del reato, è sufficiente che la condotta dell'agente sia idonea a suscitare nella vittima il fondato timore di subire un pregiudizio, in relazione alle circostanze obiettive del momento, indipendentemente dall'effettiva realizzazione del danno minacciato. La qualificazione giuridica del fatto come estorsione non è esclusa dalla circostanza che la vittima, dopo aver ceduto alla coartazione della propria volontà, abbia successivamente tentato di recuperare la somma indebitamente versata, in quanto tale comportamento è compatibile con la previa subita costrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1582/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 05/01/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/03/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

udito il P.G. in persona del Dott. CESQUI Elisabetta che ha concluso per l'annullamento con rinvio limitatamente all'estorsione;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha concluso per l'accoglimento del rico…

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