La valutazione di impatto ambientale (VIA) è un provvedimento con cui viene esercitata una funzione di indirizzo politico-amministrativo, con particolare riferimento al corretto uso del territorio, attraverso la cura e il bilanciamento della molteplicità dei contrapposti interessi pubblici (urbanistici, naturalistici, paesistici, nonché di sviluppo economico-sociale) e privati. Il giudizio di compatibilità ambientale è reso sulla base di oggettivi criteri di misurazione e attraversato da profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa, sindacabile dal giudice amministrativo solo in ipotesi di manifesta illogicità o travisamento dei fatti, di mancanza o inadeguatezza dell'istruttoria, ovvero di evidente sconfinamento del potere discrezionale riconosciuto all'Amministrazione. Nell'ambito del procedimento di VIA, l'Amministrazione è tenuta a valutare le osservazioni pervenute e a motivare il superamento delle eventuali criticità segnalate, anche implicitamente, attraverso il riferimento a risultanze istruttorie e pareri più autorevoli. La localizzazione di un impianto di recupero di rifiuti in zona agricola non costituisce elemento ostativo, in quanto l'autorizzazione unica rilasciata ai sensi dell'art. 208 del d.lgs. n. 152/2006 comporta la variante allo strumento urbanistico comunale. Inoltre, per gli impianti di produzione di energia da compostaggio anaerobico, l'art. 12, comma 7, del d.lgs. n. 387/2003 prevede la possibilità di ubicazione anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Infine, l'art. 216 del t.u.l.s. n. 1265/1934, che impone di tenere le industrie insalubri di prima classe lontane dalle abitazioni, non si applica alle abitazioni isolate nelle zone agricole, dove preferibilmente dette industrie debbono trovare collocazione.