Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12139 del 19 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:12139PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274 c.p.p., può essere desunto non solo dalla violazione delle prescrizioni inerenti alla misura cautelare applicata, ma anche da circostanze oggettive, come la presenza di minori nell'abitazione in cui il soggetto è sottoposto agli arresti domiciliari, che rivelino l'incapacità dello stesso di contenere le proprie pulsioni sessuali, rendendo necessaria l'applicazione di una misura cautelare più afflittiva, come la custodia in carcere, al fine di scongiurare il rischio di ulteriori condotte delittuose. La pronuncia di condanna per il reato contestato, con l'irrogazione di una pena rilevante, non costituisce un fatto nuovo idoneo a ridimensionare le esigenze cautelari già accertate, atteso che la valutazione del pericolo di recidiva non si fonda esclusivamente sui fatti oggetto del procedimento in corso, ma anche su pregresse condotte delittuose poste in essere dal soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. Falcone Marcello, difensore di fiducia di Ca. Gi. , n. a (OMESSO);

e di Ca. An. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 3.6.2008 del Tribunale di Lecce, con la quale e' stata disposta nei confronti dei medesimi la misura cautelare della custodia in carcere in relazione al reato di cui all'articolo 110 c.p., articolo 81 cpv. c.p., articolo 609 quater c.p., u.c., e articolo 61 c.p., nn. 5 e 11.

Udita la…

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