Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15362 del 3 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:15362PEN

Massima

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La retrodatazione dei termini di custodia cautelare ex art. 297, comma 3, c.p.p. trova applicazione anche nel caso di provvedimenti cautelari emessi in procedimenti diversi per fatti diversi non connessi, purché sussista la possibilità della contestazione contestuale e, per qualsiasi motivo, questa non venga attuata ma sia frazionata in ordinanze successive. Tuttavia, affinché operi tale disciplina, è necessario che il giudice dell'appello cautelare verifichi la ricorrenza del requisito rappresentato dalla desumibilità degli indizi posti a base della seconda ordinanza cautelare al momento dell'emissione della prima ordinanza cautelare, secondo una valutazione di tipo prognostico. Tale valutazione costituisce una quaestio facti rimessa al giudice di merito, la cui motivazione non può essere rivisitata in sede di legittimità, se logica e coerente. Inoltre, la retrodatazione non opera qualora la separazione dei procedimenti non sia ascrivibile ad una scelta della pubblica accusa, ma dipenda da criteri di ripartizione territoriale della competenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. MULLIRI Guicla I. - Consigliere

Dott. ROSI Elisabett - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 253/2012 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 13/04/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSI Elisabetta;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante che ha chiesto il rigetto.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Lecce, con ordinanza del 13 aprile 2012, ha rigettato l'appello proposto avverso l'ordinanza con cui il G.I.P. presso …

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