Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33511 del 24 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:33511PEN

Massima

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La provocazione, quale circostanza attenuante del reato, richiede che il fatto ingiusto altrui che l'ha determinata rivesta carattere di obiettiva contrarietà a regole giuridiche, morali e sociali, valutate secondo i parametri della collettività in un dato momento storico, e non in base alle sole convinzioni personali dell'imputato. Pertanto, il mero fatto di aver avvicinato l'imputato e avergli chiesto, ad alta voce, di far cessare le telefonate alla propria compagna, non può essere considerato un fatto ingiusto idoneo a integrare la suddetta attenuante, in quanto non contrario a tali regole. La valutazione della sussistenza della provocazione deve essere effettuata in base a criteri oggettivi, senza riferimento alla sensibilità soggettiva dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/04/2018 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. PAOLA BORRELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PINELLI MARIO MARIA STEFANO, che ha concluso l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La sentenza impugnata e' stata pronunziata il 12 aprile 2018 dalla Corte di appello di Tri…

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