Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29662 del 25 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29662PEN

Massima

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La presunzione di inadeguatezza delle misure cautelari diverse dalla custodia in carcere, prevista dall'art. 275 comma 3 c.p.p. per determinati reati, opera non solo con riferimento al provvedimento cautelare genetico, ma anche riguardo alla prosecuzione della misura. Pertanto, il giudice è tenuto a valutare il decorso del tempo e la concreta sussistenza della pericolosità sociale dell'indagato, la quale, qualora risulti attenuata, può consentire l'applicazione di una misura meno afflittiva. Tuttavia, la presunzione di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p. non consente di sostituire la custodia in carcere, originariamente applicata, con quella degli arresti domiciliari, in quanto la norma impone l'obbligatorietà della custodia cautelare in carcere anche per le vicende successive all'adozione della misura coercitiva. Pertanto, il giudice deve valutare se gli elementi dedotti dalla difesa, volti a dimostrare l'attenuazione delle esigenze cautelari, siano idonei a superare tale presunzione, tenendo conto della gravità dei fatti, del contributo determinante dell'indagato nella realizzazione del reato e della sua pericolosità sociale, desumibile anche dalla sua personalità. Solo ove tali elementi non risultino sufficienti a superare la presunzione di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p., il giudice è tenuto a confermare la custodia cautelare in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Io. An. , nata a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 24 febbraio 2011 emessa dal Tribunale di Napoli;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

sentito il sostituto Procuratore Generale, Dott. D'((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito l'avvocato ((omissis)), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

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