Cassazione penale Sez. I sentenza n. 31857 del 10 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31857PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. si configura quando vi sia un vincolo associativo stabile e duraturo tra più soggetti, finalizzato alla commissione di una pluralità indeterminata di delitti contro il patrimonio, caratterizzato da una strutturazione organizzativa, anche rudimentale, con ripartizione di ruoli e compiti, e da un programma criminoso comune, senza che sia necessaria una complessa articolazione di uomini e mezzi. Ai fini della sussistenza del reato associativo, sono elementi indizianti rilevanti le conversazioni intercettate che dimostrino l'esistenza di un vincolo associativo, la programmazione di attività delittuose, la ripartizione di ruoli e compiti tra gli associati, nonché il collegamento con altri gruppi criminali per la gestione delle attività illecite. La capacità di intendere e di volere dell'indagato, pur essendo elemento rilevante, non esclude la configurabilità del reato associativo ove risulti provata la sua lucida determinazione nel perseguire gli obiettivi criminosi, anche attraverso una organizzazione rudimentale. Parimenti, la presenza di riferimenti in conversazioni intercettate ad argomenti diversi da quelli di rilevanza penale non esclude la rilevanza di questi ultimi, ove risultino comunque elementi indizianti gravi, precisi e concordanti in ordine alla sussistenza del reato associativo e dei reati-fine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella Patriz - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

AL. AL. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1289/2010 del TRIBUNALE LIBERTA' di CATANIA, del 13/07/2010;

sentita la refazione del Consigliere Dott. ANGELA TARDIO;

lette le conclusioni del Procuratore Generale Dott. VITO D'AMBROSIO, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito per il ricorrente l'Avv. GIANNA IGNAZIA CATANIA, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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