Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35947 del 1 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:35947PEN

Massima

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La misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno può essere disposta nei confronti di un soggetto indiziato di appartenere ad un'associazione di tipo mafioso, qualora sia accertata l'attualità della sua pericolosità sociale, anche in presenza di un lungo periodo di detenzione, purché sussistano elementi fattuali idonei a dimostrare la stabilità del vincolo associativo e l'intensità del collegamento con la realtà criminale di riferimento, tali da rendere insensibile al tempo trascorso e allo stato detentivo patito l'apporto garantito dall'intraneo al consorzio criminale. La confisca di prevenzione può essere disposta sull'intero patrimonio aziendale e sul capitale sociale di una società, anche nei confronti di terzi titolari di quote, qualora sia accertato il carattere mafioso dell'impresa, in quanto la stessa abbia stabilmente operato avvalendosi della forza di intimidazione di un'associazione mafiosa e in cointeressenza con essa, risultando la disponibilità sostanziale dell'impresa in capo al proposto e la conduzione dell'attività economica fin dall'inizio o nel corso della stessa mediante l'investimento di proventi illeciti, così da alterare radicalmente il relativo ciclo commerciale e produttivo. Non rileva l'origine lecita dei fondi impiegati per la sottoscrizione delle quote e l'acquisto dei beni aziendali, atteso che l'impresa mafiosa, in quanto tale, diviene strumento di realizzazione sul territorio degli interessi economici del sodalizio, con la conseguente radicale alterazione della relativa attività imprenditoriale per effetto dei vantaggi illeciti basati sull'intimidazione mafiosa. La confisca per equivalente può essere disposta sui beni personali del proposto, qualora sia accertato che il patrimonio di quest'ultimo sia stato alimentato anche con i proventi dell'attività imprenditoriale ritenuta di matrice mafiosa, non essendo sufficiente, a tal fine, la mera dimostrazione della capacità reddituale lecita del nucleo familiare, in assenza di una puntuale indicazione delle fonti reddituali pretermesse dal provvedimento impugnato e della loro compatibilità con gli investimenti effettuati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefan - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia - Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. ROSATI Martin - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
4. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto della Corte di appello di Palermo del 25 novembre 2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis))' Raddusa;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha chiesto dichiararsi inammissibili i ricorsi.

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