Il giudice amministrativo, nell'esaminare il ricorso avverso il decreto di compatibilità ambientale di un progetto di elettrodotto, afferma che: 1. Il giudicato formatosi con la precedente sentenza di annullamento per difetto di motivazione riguardava solo tale profilo, senza imporre l'integrale riedizione del procedimento. Pertanto, l'amministrazione, nel riesaminare il progetto, era tenuta a integrare la motivazione carente, senza dover necessariamente riaprire l'intero iter procedimentale. 2. L'amministrazione, nel riesaminare il progetto, ha correttamente svolto un'adeguata istruttoria, acquisendo i necessari pareri e motivando in modo approfondito le ragioni per le quali ha ritenuto di superare alcune prescrizioni inizialmente imposte dalla Soprintendenza, in quanto il loro integrale rispetto avrebbe comportato un maggior impatto paesaggistico. Ciò rientra nell'ampia discrezionalità tecnico-valutativa riconosciuta all'amministrazione in materia di autorizzazioni paesaggistiche. 3. Non sussiste l'obbligo di una nuova fase partecipativa, in quanto l'amministrazione era tenuta a riesaminare solo il segmento procedimentale viziato, senza dover riaprire l'intero iter. La partecipazione dei privati interessati è funzionale a consentire il loro apporto conoscitivo ed è necessaria solo quando vi siano elementi di novità rispetto alla determinazione finale, il che non si è verificato nel caso di specie.