Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45673 del 14 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:45673PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, anche attraverso l'utilizzo di espressioni verbali, limita la libertà psichica della vittima, prospettandole un male ingiusto potenzialmente idoneo a incidere sulla sua libertà morale, a prescindere dal verificarsi di un concreto stato di intimidazione. La minaccia non perde la sua rilevanza penale per il solo fatto che sia stata pronunciata al fine di prevenire un'azione illecita altrui, senza che l'agente abbia adeguatamente dimostrato la sussistenza di tale finalità e la concretezza della minacciata condotta illecita. Le dichiarazioni delle persone offese, costituite parti civili, costituiscono prova attendibile dei fatti, specie se riscontrate da altri elementi probatori, come la documentazione medica e le testimonianze, senza che le eventuali marginali incongruenze possano inficiarne la credibilità. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze attenuanti, senza essere tenuto a una specifica motivazione sull'omesso riconoscimento di quelle richieste, quando la relativa istanza risulti generica e priva di adeguata argomentazione. La statuizione sull'assegnazione di una provvisionale alla parte civile non è autonomamente impugnabile in sede di legittimità, in quanto destinata ad essere assorbita dalla successiva liquidazione definitiva del danno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata in data 8.6.2012 dal tribunale di Trevis;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per il ricorrente il difensore di fiducia, avv. (OMISSIS) del Foro di …

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