Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39460 del 3 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39460PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. si configura quando l'agente prospetta all'offeso un danno ingiusto, idoneo a incutere in quest'ultimo un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone a lui vicine. La minaccia deve essere valutata in concreto, tenendo conto del contesto in cui è stata proferita, del rapporto tra l'agente e la vittima, nonché delle condizioni soggettive di quest'ultima. La credibilità e l'attendibilità della persona offesa, quale fonte di prova primaria, devono essere attentamente vagliate dal giudice di merito, il quale deve fornire una motivazione logica e coerente in ordine alla ricostruzione dei fatti, senza incorrere in illogicità o contraddittorietà manifeste. Tuttavia, il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato al controllo della motivazione, senza poter riesaminare il merito delle valutazioni probatorie, riservate in via esclusiva al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. TUDINO Alessandrin - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. RICCARDI Giusep - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/07/2017 del Tribunale di Nola;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCARDI GIUSEPPE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PERELLI Simone, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio;
udito il difensore della parte civile, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il dife…

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