Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34823 del 20 settembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:34823PEN

Massima

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La ritenzione non autorizzata di oggetti di armamento militare, anche se non facenti parte della dotazione individuale, integra il reato di cui agli artt. 164 e 166 c.p.m.p., in quanto offende il bene giuridico dell'efficienza delle Forze Armate e della salvaguardia delle loro attrezzature, a prescindere dalla provenienza degli oggetti e dalla cessata destinazione al servizio, purché non risulti il marchio o segno di rifiuto. Tale condotta è penalmente rilevante anche secondo la legge comune e non può essere ritenuta di particolare tenuità, in considerazione delle concrete modalità di realizzazione, qualora il giudice ritenga sussistente il bisogno di pena. Il mero collegamento istruttorio tra il procedimento per il reato di cospirazione, definito con sentenza assolutoria, e quello per la ritenzione di effetti militari non interferisce con l'accertamento della responsabilità penale in relazione a quest'ultimo reato, in quanto offensivo di un diverso bene giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. FILOCAMO Fulvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/09/2021 della Corte militare di appello;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale militare ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte militare di appello confermava la declaratoria di penale responsabilita'…

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