Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il principio generale di libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio, senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente, ivi incluso l'ambiente urbano, e dei beni culturali, costituisce principio generale dell'ordinamento nazionale, in attuazione della disciplina dell'Unione Europea e nazionale in materia di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi. Tale principio generale di liberalizzazione si impone anche nei confronti della normativa regionale e locale preesistente, che deve essere adeguata entro il termine previsto dalla legge statale; in mancanza di tale adeguamento, la normativa regionale e locale incompatibile deve ritenersi implicitamente abrogata, non potendo gli enti territoriali procrastinare sine die l'entrata in vigore delle misure di liberalizzazione, in contrasto con la ratio legis di eliminazione delle barriere all'ingresso nel mercato di nuovi operatori economici. Pertanto, l'Amministrazione comunale non può più fondare il diniego di ampliamento di una media struttura di vendita su previgenti previsioni pianificatorie, ma deve valutare ex novo la sussistenza di motivi imperativi di interesse generale, attinenti alla tutela di specifici interessi pubblici, che possano giustificare eventuali limitazioni all'esercizio dell'attività economica, nel rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e non discriminazione.