Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 richiede l'esistenza di una struttura organizzativa, anche minima, idonea a fornire un supporto stabile alle singole deliberazioni criminose, con una ripartizione di compiti tra gli associati in relazione alla realizzazione di un programma indeterminato di reati in materia di stupefacenti. La partecipazione all'associazione può essere desunta da una serie significativa di condotte che, globalmente considerate, dimostrino una stabile e continuativa disponibilità del soggetto alla cessione di droga, anche senza un ruolo qualificato di organizzatore o promotore, purché il suo apporto si inserisca in modo organico nella struttura dell'associazione, finalizzata alla diffusione di sostanze stupefacenti sul mercato. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, se disposte con adeguata motivazione circa l'insufficienza o l'inidoneità degli impianti della procura, possono essere legittimamente utilizzate come prova, anche in procedimenti diversi da quello in cui sono state eseguite, senza che sia necessario un riferimento specifico ai presupposti di cui agli artt. 266 e 267 c.p.p. per le intercettazioni finalizzate alla ricerca del latitante ai sensi dell'art. 295 c.p.p.