Consiglio di Stato sentenza n. 2311 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:2311SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, afferma che il concessionario di un bene demaniale che abbia realizzato abusi edilizi all'interno del locale in concessione accetta il rischio che il titolo concessorio non venga rinnovato prima della sua scadenza, in quanto l'abusività del manufatto costituisce di per sé motivo ostativo al rinnovo della concessione, anche qualora l'istanza di rinnovo sia stata presentata prima della scadenza del titolo. Pertanto, l'ingiunzione di sgombero del bene demaniale è legittima e correttamente motivata, in quanto fondata sia sull'occupazione sine titulo successiva alla scadenza della concessione, sia sull'abusività del soppalco realizzato all'interno del locale. Tuttavia, il Consiglio di Stato ritiene che la giurisdizione sulla contestazione dei canoni demaniali spetti al giudice amministrativo, in quanto la censura non riguarda la mera quantificazione del quantum debeatur, bensì l'esercizio del potere discrezionale dell'Autorità di richiedere il pagamento dei canoni in assenza di accatastamento o frazionamento del bene, con conseguente carenza del titolo dell'obbligazione. Pertanto, il Consiglio di Stato accoglie il motivo di appello relativo alla giurisdizione e rinvia la causa al primo giudice per il relativo esame.

Sentenza completa

Pubblicato il 06/03/2023

N. 02311/2023REG.PROV.COLL.

N. 06509/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6509 del 2021, integrato da motivi aggiunti, proposto da Astamar Zattere S.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Autorità di Sistema Portuale del ((omissis)), in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Campania, Napoli, Sezione Sesta, n. 4625/2021

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