Il trasferimento d'ufficio di un pubblico dipendente, pur rientrando nei poteri organizzativi dell'amministrazione, deve essere adeguatamente motivato e non può essere disposto in modo arbitrario o irragionevole. L'amministrazione deve valutare, oltre alla mera distanza chilometrica, anche ulteriori circostanze che possano rendere preferibile il trasferimento in una determinata sede, tenendo conto delle esigenze di servizio, della qualifica rivestita dal dipendente e del suo eventuale interesse a essere trasferito in una sede di suo gradimento. Inoltre, il trasferimento non può essere disposto in violazione dei principi costituzionali di uguaglianza e di parità di accesso agli uffici pubblici. Qualora il dipendente non abbia più interesse all'annullamento del provvedimento di trasferimento, il giudice può accertare l'illegittimità dell'atto solo se sussiste l'interesse ai fini risarcitori, il quale deve essere adeguatamente motivato e circostanziato dal ricorrente.