Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di sospensione del procedimento per il rilascio della concessione edilizia, ha affermato che: 1. La violazione dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990 sul preavviso di rigetto è sanata ai sensi dell'art. 21-octies della stessa legge, qualora le ragioni del diniego siano fondate su un elemento di per sé ostativo, come la sopravvenienza di un nuovo Piano Urbanistico Comunale incompatibile con la richiesta del ricorrente. 2. L'art. 21 delle Norme di Attuazione del nuovo P.U.C., che fa salvi i piani di lottizzazione "vigenti" all'atto di approvazione della nuova disciplina pianificatoria, non trova applicazione nel caso in cui la convenzione di lottizzazione non sia stata ancora stipulata al momento dell'entrata in vigore del nuovo P.U.C., in quanto è proprio la stipula della convenzione che rende il piano effettivamente operativo e "vigente". 3. La scelta dell'Amministrazione comunale di "porre nel nulla" il piano di lottizzazione, ridestinando l'area a zona agricola, trova adeguata motivazione nella circostanza, già accertata in sede giurisdizionale, che parte dei terreni compresi nel piano non erano più nella disponibilità dei lottizzanti, rendendo così il piano giuridicamente inattuabile. 4. I motivi di impugnazione della variante generale del P.U.C., dedotti in via subordinata, sono tardivi in quanto la relativa delibera di approvazione è stata pubblicata oltre quattro anni prima della notifica del ricorso, senza che il ricorrente abbia dimostrato di non averne avuto tempestiva conoscenza.