Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Santina S.r.l.s. avverso i provvedimenti di diniego di rinnovo della concessione di dehors e la delibera comunale che ha modificato il regolamento sull'occupazione del suolo pubblico, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La violazione delle norme partecipative sul procedimento amministrativo (art. 3, 7, 10-bis e 21-octies della L. 241/1990) non determina l'annullamento del provvedimento finale se tale vizio non ha inciso sul contenuto sostanziale dello stesso, specie quando l'Amministrazione non avrebbe potuto adottare un provvedimento diverso da quello impugnato. 2. Il rinnovo della concessione di occupazione del suolo pubblico non può essere riconosciuto quando la precedente concessione è scaduta e l'Amministrazione ha adottato provvedimenti, divenuti definitivi, di diffida allo sgombero dell'area occupata. In tali casi, la nuova disciplina regolamentare sull'occupazione del suolo pubblico, anche se più restrittiva, si applica legittimamente senza che ciò possa configurare uno sviamento di potere o la lesione di diritti acquisiti. 3. L'illegittimità derivata di un provvedimento finale da atti presupposti, come l'ordinanza di sgombero, non può essere fatta valere quando quest'ultima sia divenuta definitiva a seguito di un autonomo giudizio. In conclusione, il Tribunale ha respinto il ricorso, ritenendo legittimi i provvedimenti impugnati e compensando le spese di lite in ragione della complessità della vicenda.