Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 11994 del 18 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11994PEN

Massima

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Il diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero, anche se espresso in modo aspro e polemico, non può essere limitato o sanzionato penalmente quando non eccede i limiti della continenza e della pertinenza, e non integra gli estremi di fattispecie delittuose come l'ingiuria. Pertanto, il giudice di merito deve valutare attentamente le circostanze del caso concreto, tenendo conto del contesto in cui le espressioni sono state pronunciate, del loro significato complessivo e della loro portata offensiva, al fine di stabilire se esse integrino o meno gli estremi del reato di ingiuria. Inoltre, la parte civile può proporre appello avverso la sentenza di proscioglimento dell'imputato, anche agli effetti civili, al fine di ottenere il risarcimento del danno subito a causa della condotta illecita, qualora ritenga che le espressioni utilizzate abbiano effettivamente leso la sua reputazione e onorabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) IA. NI. N. IL (OMESSO);

2) IA. VI. N. IL (OMESSO) P.C.;

nel pro.to contro:

CO. PA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/05/2006 GIUDICE DI PACE di ARENA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

udita la richiesta di trasmissione degli atti al Tribunale di Vibo Valentia del S.P.G., Dott. D'…

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