Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società di gestione portuale contro l'Autorità di Sistema Portuale, ha dichiarato l'improcedibilità del gravame per sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente. Tale principio di diritto afferma che, qualora il ricorrente manifesti espressamente di non avere più interesse alla decisione del ricorso, il giudice amministrativo è tenuto a dichiararne l'improcedibilità, in applicazione del disposto dell'art. 72-bis del Codice del Processo Amministrativo, che prevede tale possibilità a seguito della fissazione di una camera di consiglio per la verifica della permanenza dell'interesse. La pronuncia di improcedibilità per carenza di interesse sopravvenuta comporta altresì la compensazione delle spese di giudizio, in assenza di contrarie deduzioni della parte resistente, in ragione della peculiare situazione processuale determinatasi. Il principio enunciato dalla sentenza si pone in linea con la giurisprudenza consolidata in materia, secondo cui il venir meno dell'interesse all'azione da parte del ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso, con conseguente compensazione delle spese, in quanto l'ordinamento non consente la prosecuzione di un giudizio privo di utilità per la parte che lo ha promosso.