Il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria per opere edilizie realizzate abusivamente su aree di proprietà di enti pubblici territoriali è subordinato alla disponibilità dell'ente proprietario a concedere onerosamente l'uso del suolo, in assenza di un titolo che abiliti il richiedente al godimento del medesimo. Tale requisito è applicabile anche nel caso in cui le aree siano state originariamente di proprietà di enti pubblici non territoriali, come il Pio Istituto di Santo Spirito ed Ospedali Riuniti di Roma, i cui beni sono stati successivamente trasferiti per legge al patrimonio dei comuni competenti per territorio, con vincolo di destinazione alle unità sanitarie locali. Pertanto, in mancanza dell'assenso dell'ente proprietario o di un titolo abilitativo al godimento del suolo in capo al richiedente, l'amministrazione comunale è legittimata a rigettare la domanda di condono edilizio, senza che ciò integri violazione di legge, incompetenza o eccesso di potere. La mancanza di tali requisiti non può essere superata nemmeno invocando eventuali precedenti concessioni in sanatoria rilasciate in situazioni analoghe, in assenza di prova della effettiva similarità delle fattispecie e della conseguente disparità di trattamento.