Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11140 del 24 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11140PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia, previsto dall'articolo 572 c.p., assorbe i reati di percosse, minaccia e ingiuria, qualora tali condotte siano finalizzate a creare un clima di sistematica sopraffazione e sofferenza fisica e morale nei confronti dei familiari, rendendo la convivenza particolarmente penosa. In tali casi, in applicazione del principio di specialità di cui all'articolo 15 c.p., i predetti reati minori rimangono assorbiti nella più grave fattispecie di maltrattamenti, che rappresenta la violenza fisica e morale complessivamente esercitata in modo abituale e consapevole sull'intero nucleo familiare. Le dichiarazioni della persona offesa, se sottoposte a positivo vaglio di attendibilità da parte del giudice di merito, possono costituire fonte di prova autonoma e sufficiente per la configurazione del reato di maltrattamenti, non essendo sindacabili in sede di legittimità le valutazioni svolte dal giudice di appello circa la credibilità delle stesse, salvo vizi logici o contraddittorietà manifeste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6977/2009 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 14/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA Lina;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO

Con sentenza in data 29-9-2008 il GUP del Tribunale di S. Maria C.V.…

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