Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16834 del 17 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:16834PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo di legittimità sui provvedimenti cautelari, è tenuto a verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato associativo di cui all'art. 416-bis c.p. e ai reati-fine contestati, attraverso un'attenta e puntuale valutazione del compendio probatorio, senza sostituire la propria logica a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o carenza motivazionale. Il ricorso per cassazione, a pena di inammissibilità, deve contenere specifici rilievi critici al provvedimento impugnato, confrontandosi puntualmente con la motivazione del giudice di merito e non limitandosi a prospettare una diversa ricostruzione alternativa del fatto, ancorché logica. In particolare, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche se isolate, possono costituire gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo, purché siano adeguatamente riscontrate da altri elementi probatori, come intercettazioni, controlli di polizia e dichiarazioni di persone offese, che confermino la permanente contiguità dell'indagato al sodalizio mafioso, anche in caso di temporanea dissociazione. Inoltre, la mancanza di autonoma valutazione da parte del giudice di merito non può essere dedotta dalla sola circostanza che il provvedimento cautelare riprenda parti della richiesta del pubblico ministero, essendo necessario dimostrare la manifesta illogicità o carenza motivazionale del provvedimento impugnato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SARACO Anton - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 29/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ANTONIO SARACO;
lette/sentite le conclusioni del PG, Dott. PINELLI MARIO MARIA STEFANO;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto del ricorso;
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza del 29 ottobre 2018 oggi impugnata, il Tribunale di Catania in funzione di giudice dell'impugnazione cautelare personale, in …

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