Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36205 del 8 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36205PEN

Massima

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In tema di custodia cautelare in carcere per il delitto di associazione di tipo mafioso, l'art. 275 comma 3 c.p.p. pone una presunzione di pericolosità sociale dell'indagato, che può essere superata solo quando sia dimostrato in modo oggettivo e assoluto che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa. Pertanto, in assenza di tale prova contraria, la presunzione di pericolosità persiste, indipendentemente dall'esclusione di alcuni capi di imputazione o dalla declaratoria di inutilizzabilità di alcune intercettazioni, poiché il giudice di merito ha l'esclusivo onere di accertare l'inesistenza di elementi idonei a vincere tale presunzione. La motivazione del provvedimento che dispone la custodia cautelare deve dare puntuale e analitico conto della persistenza dei legami associativi, senza che sia necessario considerare l'assenza di precedenti penali dell'indagato o le modifiche intervenute nel quadro cautelare, essendo sufficiente la verifica della mancata dimostrazione della cessazione dei rapporti con l'organizzazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GA. EU. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 30 marzo 2010 del Tribunale del riesame di Catanzaro il quale, in accoglimento dell'appello proposto dal P.M. presso il Tribunale di Catanzaro, ha annullato l'ordinanza 18 dicembre 2009 del Tribunale di Paola (il quale aveva revocato la misura di massimo rigore ritenendo cessate le esigenze cautelari), ripristinando la misura della degli arresti domiciliari, sospendendo l'esecuzione della …

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