Nell'ambito del riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) di un impianto di trattamento di rifiuti liquidi, pericolosi e non pericolosi, l'autorità competente può prescrivere, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnica, ulteriori condizioni specifiche rispetto a quelle previste dalla normativa ambientale e dalle migliori tecniche disponibili (BAT), purché tali prescrizioni siano adeguatamente motivate, necessarie per la tutela dell'ambiente e proporzionate rispetto agli oneri imposti al gestore dell'impianto. In particolare, l'autorità competente può: 1) Imporre al gestore dell'impianto l'obbligo di verificare che i rifiuti in ingresso siano stati correttamente campionati ed analizzati dal produttore, in conformità alla normativa tecnica di riferimento, al fine di garantire l'attendibilità delle procedure di omologa dei rifiuti. 2) Prescrivere la caratterizzazione dei rifiuti prodotti dall'impianto, anche nelle operazioni di miscelazione, al fine di assicurare il corretto trattamento e la tracciabilità dei rifiuti stessi. 3) Definire i contenuti e le modalità di tenuta della scheda di omologa dei rifiuti, ivi inclusa l'individuazione dei "traccianti" (ossia gli inquinanti per i quali è necessario un abbattimento ai fini del rispetto dei limiti allo scarico), senza che ciò comporti una violazione del contraddittorio procedimentale o un onere sproporzionato per il gestore. 4) Imporre l'installazione di punti di campionamento e monitoraggio intermedi nell'impianto, anche con frequenza giornaliera, al fine di verificare l'efficacia dei trattamenti e redigere i bilanci di massa degli inquinanti, senza che ciò configuri una violazione della disciplina sui valori limite di emissione. 5) Disciplinare le operazioni di miscelazione e di equalizzazione/omogeneizzazione dei rifiuti, anche prevedendo limitazioni in ordine alla qualità e all'omogeneità dei rifiuti da miscelare o da sottoporre a equalizzazione, al fine di evitare pratiche diluitive e garantire l'efficacia dei trattamenti. 6) Richiedere la trasmissione di uno studio di fattibilità finalizzato ad individuare eventuali soluzioni tecnologiche per migliorare l'abbattimento di specifici inquinanti, qualora emerga la necessità di potenziare la capacità di trattamento dell'impianto. Tali prescrizioni, se adeguatamente motivate, non possono essere ritenute illegittime per il solo fatto di non essere espressamente previste dalla normativa ambientale o dalle BAT, purché siano necessarie e proporzionate rispetto alla tutela dell'ambiente e non comportino un'ingiustificata compressione della libertà di iniziativa economica del gestore dell'impianto.